Ci sono libri fondamentali che non entrano in classifica, e spesso finiscono nel dimenticatoio. Perché? Ritiriamoli fuori.
Scritto tra il 1936 e il 1937, "Un anno sull'altipiano" non è, all'apparenza, che uno dei tanti romanzi sulla Prima guerra mondiale. A un secondo sguardo, però, ha tutte le caratteristiche per diventare un caposaldo dell'umanesimo novecentesco perché, come spiega bene Finkielkraut ne "L'umanità perduta", Emilio Lussu decide di non sparare a un nemico che sta prendendo il caffè. In quel gesto, rivoluzionario e sovversivo insieme, c'è l'uomo che prende atto che il nemico è innanzitutto un suo simile, e non l'incarnazione del male.
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